TOP RATINGS PER I SODI DI S. NICCOLO’ 2013

Assegnati i primi prestigiosi rating a I Sodi di S. Niccolò 2013, vino portabandiera di Castellare di Castellina che, ancora una volta, conquista punteggi altissimi a livello nazionale e internazionale.

Ad attribuire l’eccellente 95/100 è stato James Suckling, per quasi 30 anni Senior Editor e responsabile della redazione europea di Wine Spectator, definito da Forbes “uno dei più influenti critici enologici al mondo”.

Ad accrescere ulteriormente il prestigio de I Sodi di S. Niccolò 2013, gli ulteriori importanti riconoscimenti ottenuti dalle principali guide enologiche italiane: 3 Bicchieri di Gambero Rosso, 5 Grappoli di Bibenda 2018 e il punteggio di 98/100 assegnato da Daniele Cernilli, curatore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia.

I Sodi di S. Niccolò è stato il primo vino italiano inserito nella Top 100 del 1988 di Wine Spectator, la prima classifica pubblicata dalla bibbia del vino, con l’annata 1985; ha replicato nel 1989 con l’annata 1986. Ripetutamente Tre bicchieri e Cinque Grappoli di Gambero Rosso, è uno dei pochissimi Supertuscan ottenuto esclusivamente da vitigni autoctoni a dimostrare la grandezza del Sangioveto (85%) accompagnato da Malvasia nera (15%). Un vino che nasce dalla ricerca del primo vigneto sperimentale nel territorio del Chianti Classico, frutto della collaborazione con l’Università di Milano e Firenze e l’Istituto di San Michele all’Adige per individuare i cloni migliori. Dopo una selezione rigorosa in vigna e sul banco apposito, le uve fermentano nelle vasche d’acciaio a temperatura controllata. Completata anche la fermentazione malolattica, il vino viene travasato in barrique di legno di quercia Allier, Troncais, Nevers, Limousin e Vosges, realizzate da bottai diversi, per un affinamento di 12-18 mesi, secondo l’annata.

“This is really serious with dense and deep fruit, citrusy acidity and a fantastic mouthfeel. Medium to full body, linear and racy. Made from a blend of sangioveto and malvasia nera. Drink now.” questo il giudizio di James Suckling attribuito a I Sodi di San Niccolò 2013.

Ma come è nato l’insolito nome di questo vino così apprezzato dai wine lovers? La parola sodi veniva usata dai contadini toscani per descrivere quei terreni che dovevano essere lavorati a mano, essendo troppo duri (appunto sodi) o troppo ripidi per permettere l’impiego dei buoi, a differenza dei campi, ossia i terreni più facilmente coltivabili. S. Niccolò deriva invece dal nome della Chiesa del 1300 che sorge nella proprietà di Castellare intorno a cui si trovano i vigneti.

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