BAFFONERO CONQUISTA UNO DEI PIÙ GRANDI GIORNALISTI FRANCESI ESPERTI DI VINO

Scrivo questa lettera per farvi partecipi di una grande emozione, imprevedibile per i termini in cui è avvenuta, che ho provato pochi giorni fa e che credo emozionerà anche voi.

Baffonero su Les Echos
Era sabato 17 marzo e Delia Demma, responsabile della Comunicazione, ed Enea Silvio Tafuro, responsabile Marketing delle nostre quattro aziende vinicole (oltre a Rocca di Frassinello, Castellare di Castellina ancora in Toscana e Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare in Sicilia), mi hanno inviato la copia di un articolo di Les Echos, il principiale quotidiano economico francese di proprietà di Bernard Arnaud, il più grande nel fashion ma anche proprietario di grandissimi vini come Château d’Yquem, Château Cheval-Blanc, lo champagne Moët Chandon e via dicendo. Il titolo dell’articolo, a piena pagina, firmato dal grande giornalista Jean-Francis Pécresse è il seguente: “Vin: Baffonero, bravissimo”.

Jean-Francis Pécresse

Jean-Francis Pécresse, direttore di Radio Classic

E l’inizio dell’articolo suona così: “Sono imperdonabile perchè non conoscevo Baffonero. Avevo nella mia cantina due bottiglie dell’annata 2015 e, l’altra sera, per accompagnare un Osso Buco, le ho portate su senza sapere cosa mi aspettava… E poi, che sorpresa! Mi sono accorto subito che ero davanti a un grande vino, che mi ha fatto pensare immediatamente a Petrus e al Petrus italiano, a Masseto. Mi sono detto che questa scoperta non dovevo tenerla per me e ho scritto subito l’articolo per l’edizione del fine settimana di cui sono direttore…”.

Jean-Francis Pécresse, che è stato cronista di vino e poi editorialista sempre di vino, prima di diventare direttore di Radio Classic e quindi dell’edizione del fine settimana di Les Echos (come dire il Financial Times di Londra o The Wall Stret Journal di New York) ha messo scrupolosamente dopo il testo dell’articolo la scritta “Rocca di Frassinello, Baffonero 2015, Maremma Toscana. 240 euro la bouteille. millesima.it”.

Ma da grande esperto ha scritto anche nel testo: “Un segno che non inganna: più a sud di Bolgheri, a Gavorrano, non lontano da Grosseto, c’è una vigna, anch’essa come a Bolgheri, a un centinaio di metri di altezza, sopra le pianure marittime della Maremma, con appezzamenti che formano la couvée di Baffonero; a volte a nord,a volte a ovest, il terreno è formato da scisti argillosi”. Secondo Pécresse è questo terreno, fatto di scisti argillosi, il segno che non inganna per la qualità. Ed è proprio così.

Paolo Panerai, Presidente di Rocca di Frassinello

Paolo Panerai, Presidente di Rocca di Frassinello

Se Pécresse non ha potuto trattenersi dal comunicare su Les Echos il suo entusiasmo per la scoperta fatta, io non ho potuto trattenermi dallo scrivergli per ringraziarlo: “Caro Collega, doppie grazie poiché sono anch’io giornalista, ma di economia e finanza e produco vino come attività che non ha il potere di influenzare l’indipendenza dell’informazione professionale, a meno che i giornalisti non ne bevano troppo”. E ho aggiunto: “Lei ha catturato esattamente il segreto degli scisti argillosi che hanno fatto grande Petrus e Masseto. Rocca di Frassinello, come lei ricorda nell’articolo, è nata in joint venture con Eric de Rothschild di Chateau Lafite. Anche se ora la jv si è sciolta perchè la famiglia Rothschild ha scelto di vendere le minoranze dove era in minoranza, come nel caso di Rocca di Frassinello e della portoghese Quinta Do Carmo, e di comprare le minoranze dove era in maggioranza. Ma l’imprinting rimane. Suggellato anche dal progettista della cantina, il mio grande amico Renzo Piano, che non solo vive a Parigi, ma è diventato famoso tanti anni fa come progettista di Beaubourg, il grandioso museo voluto dal presidente George Pompidou. Quindi lei ha colto benissimo questa vicinanza con Petrus. Grazie infinite.

In questa lettera aperta intendo anche ringraziare chi da 30 anni fa i vini delle quattro aziende e in particolare I Sodi di S.Niccolò di Castellare, già negoziato sulla Place di Bordeaux come i migliori vini al mondo, e ora Baffonero, 100% merlot come i vini citati da Pecresse. Il ringraziamento e l’omaggio è per Alessandro Cellai che è anche vicepresidente delle quattro aziende e insegna enologia al master di Pisa. Con Alessandro eravamo sicuri che prima o poi sarebbe emersa in tutto il suo valore l’eccellenza di Baffonero (il nome è derivato dal soprannome, per i baffi che 17 anni fa erano neri, del capo caccia al cinghiale, le cui battute partano sempre dalla vigna di questo grande vino). La consacrazione che di Baffonero ha fatto un grande giornalista come Jean-Francis Pecresse, le parole specifiche che ha usato, sono il massimo venendo dalla Francia per un vino italiano. Grazie ancora Jean-Francis.

Paolo Panerai, Presidente di Rocca di Frassinello

Leggi l’articolo su Les Echos: “Vin: Baffonero, bravissimo”

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