RICORDO DI GIACOMO BERSANETTI, CREATORE DI OPERE D’ARTE IN FORMA DI ETICHETTE DI VINO

Chi non l’ha conosciuto ha perso la possibilità’ di capire dal vero che cos’è la delicatezza d’animo, la sensibilità, la gentilezza e la raffinatezza sottile di un’artista della grafica.

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Ho conosciuto Giacomo, Giacomo Bersanetti, quando era appena uscito dalla scuola del grande grafico Bob Norda. Lavorava con Salvatore Gegoretti, un altro grande grafico della scuola di Bob Norda. Salvatore aveva disegnato la testata, la struttura di copertina e la grafica interna di Capital, che aveva sconvolto la grafica dei magazine. Mancava poco alla mia uscita dalla Rizzoli-Corriere della Sera per fare Class.

Giacomo con la sua gentilezza e bravura venne in redazione per aiutarci. Scoprii solo allora che era genero del mio grande amico, Luigi (Gino) Veronelli, che aveva lasciato la sua pagina a Capital per venire a Class. Sull’onda della sua modestia e misurata riservatezza Giacomo non amava e non aveva bisogno di far conoscere parentele. Il suo amore per Chiara, a cui va il mio abbraccio più forte e commosso, era cristallino, sopra a ogni cosa. Ma anche Chiara era ed è una bravissima grafica. Quindi, senza mai cercare appoggi da Gino, piano piano sono diventati i più bravi realizzatori di etichette per il vino, ma non solo.

La loro società, Sga, è diventata l’eccellenza assoluta, perché Giacomo e Chiara, prima di impostare una etichetta penetravano il contenuto della bottiglia.

Straordinario è stato il suo lavoro, alla ricerca della semplicità che diventa arte, per le etichette di Rocca di Frassinello: quel corsivo come piegato dal vento della Maremma, che ha conquistato anche Renzo Piano.

Poche settimane prima di Natale lessi che una Chiara Veronelli stava per lanciare A tavola da Veronelli. Lo chiamai, non mi sembrava possibile che fossero loro. Infatti, la Chiara della tavola, era la moglie di un nipote di Gino da parte di fratello, Cristian, che nelle dichiarazione della signora veniva evocato capziosamente per far credere che fossero gli eredi di Gino. Giacomo non sapeva niente, io lo stimolai a precisare. Capiva con Chiara l’usurpazione che veniva consumata. Ma nella sua bontà, nella sua generosità, nella sua purezza d’animo alla fine mi rispose: Non gli faremo causa, né faremo altre azioni. Sarà il mondo a far capire che di Gino non c’e’ niente.

Ciao Giacomo, vola fra le nuvole del Paradiso. Forse anche Dio ha bisogno di una tua etichetta. E un abbraccio fortissimo a Chiara, ai figlia a tutta la famiglia Bersanetti-Veronelli, da tutta la famiglia di Domini Castellare di Castellina.

Paolo Panerai

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