I SODI DI SAN NICCOLO’ 2017 E BAFFONERO 2018 NELLA TOP 10 DEI MIGLIORI VINI ROSSI AL MONDO

Sono due i vini di Domini Castellare di Castellina classificati tra i primi 10 migliori rossi italiani. I Sodi di San Niccolò 2017 di Castellare di Castellina, storica azienda del Chianti Classico, e Baffonero 2018 di Rocca di Frassinello, in Maremma Toscana, sono infatti ai vertici della classifica annuale del magazine Gentleman che somma i rating delle principali guide italiane e quelli dei quattro valutatori internazionali più autorevoli (Wine Spectator, Wine Advocate di Rober Parker, Vinous di Antonio Galloni e James Suckling). I Sodi di San Niccolò che, con l’annata 2016 era stato il primo assoluto, ora con l’annata 2017 ha conquistato il 6° posto, ottenendo 665 punti totali, seguito da Baffonero 2018 che si è piazzato con 656,83.

La TOP 1o internazionale dei vini rossi italiani_Gentleman

La 2017 è un’annata speciale per I Sodi di San Niccolò perché segna le 40 vendemmie del Supertuscan di Castellare imbottigliato per la prima volta nel 1977. Da allora sono seguiti riconoscimenti sempre più importanti: I Sodi di S. Niccolò è stato infatti il primo vino italiano ai vertici della Top 100 del 1988 (la prima) di Wine Spectator con l’annata 1985; ha replicato nel 1989 con l’annata 1986. Inoltre, è risultato per ben due volte (prima del 2016 era successo con l’annata 2013) il titolo di primo vino italiano, sommando i punteggi della critica italiana ed estera. A battezzare I Sodi di S. Niccolò fu il grande Luigi Veronelli. Stava scendendo dalla cantina di Castellare di Castellina verso la vigna più bella della proprietà. Quella che i vecchi mezzadri avevano battezzato vigna de’sodi, per il terreno particolarmente duro e ricco di pietre: il migliore per fare il vino. Sulla destra della discesa c’è la Chiesa di S. Niccolò del 1300, circondata da un’altra vigna con la stessa tipologia di terreno che i mezzadri avevano battezzato come il santo. Veronelli si fermò e sentenziò: “Ecco il nome per quel vino straordinario che mi avete fatto assaggiare: chiamatelo I Sodi di S. Niccolò, ma con la ‘I’ davanti, mi raccomando. Perché quello, e solo quello, sarà il vino straordinario che porterà questo nome”. In realtà, ad avere il nome I Sodi di S. Niccolò è stato anche un cavallo vincitore di molte corse al galoppo, di proprietà di Giacomo Bologna, il produttore di Bricco dell’Uccellone, che sceglieva i nomi dei grandi vini per i suoi cavalli vincenti.

E’ una grande annata anche la 2018 di Baffonero che Antonio Galloni di Vinous, ha descritto così: “Sebbene molti vini della 2018 propendono verso una certa morbidezza, Baffonero mostra i muscoli, pur se nello stile leggermente più sobrio tipico dell’annata. Di un rosso impenetrabile, rivela note di frutti neri maturi, cioccolato dolceamaro, spezie, pelle nuova e lavanda che si fondono, esaltando l’innegabile fascino di questo esuberante rosso maremmano”.

I vini di punta delle cantine toscane del gruppo Domini Castellare di Castellina si confermano dunque due eccellenze enologiche, frutto del lavoro vincente dell’enologo Alessandro Cellai, vice presidente esecutivo di DCC, e della sua squadra da sempre impegnati in una viticoltura sostenibile vocata a ottenere il massimo della qualità sia in vigna che in cantina, in tutte le tenute del gruppo che include anche due cantine in Sicilia, Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare.



I Sodi di S. Niccolò: Sangioveto (85%), Malvasia Nera (15%)
Portabandiera di Castellare, è uno dei pochissimi Supertuscan realizzati esclusivamente con vitigni autoctoni, provenienti dai due migliori Cru della proprietà. Di colore rosso rubino intenso e con una grande concentrazione olfattiva, grazie alla presenza di un frutto rosso maturo che riconduce a note di confettura, ma anche spezie, vaniglia e liquirizia. In bocca il vino è caratterizzato da una fitta ed elegante trama, sostenuta anche dall’importante acidità del Sangiovese, i tannini sono assolutamente dolci e il finale lungo e di grande persistenza. “La vendemmia 2017 – spiega l’enologo Alessandro Cellai – non è stata un’annata facilissima perché caratterizzata da un periodo di siccità molto lungo e da temperature piuttosto elevate. Tuttavia, grazie alla collocazione geografica molto favorevole dei vigneti, abbiamo ottenuto una grande qualità. L’annata 2017 aggiunge alle caratteristiche strutturali proprie de I Sodi di S. Niccolò, una grande freschezza e longevità: il vino si presenta immediatamente di grande struttura, sia olfattiva sia gustativa, e ha una vena acida decisamente marcata che lo rende lungo e persistente, atto ad essere un vino da lunghissimo invecchiamento, ideale per celebrare 40 Vendemmie”.

Baffonero: 100% Merlot
Il Merlot in purezza di Rocca di Frassinello prende il nome da un particolarissimo vigneto di appena 3 ha, con una perfetta esposizione e un terreno medio-argilloso molto ricco di scheletro di galestro. Qui sono stati piantati i cloni di Merlot provenienti da Château Lafite per dare vita ad una produzione, molto limitata, di altissima qualità. “La stagione 2018 in Maremma Toscana è stata particolarmente favorevole”, spiega l’enologo Cellai. “L’inverno ha visto abbondanti precipitazioni che hanno alimentato le riserve idriche del sottosuolo cui le piante hanno poi attinto nei mesi estivi. La primavera più fredda ha leggermente ritardato l’inizio del germogliamento senza, però, far registrare gelate nel delicato periodo di sviluppo dei giovani tralci. Successivamente, le calde giornate estive hanno consentito alle uve una magnifica evoluzione fino a giungere ad una perfetta maturazione fenolica. Sole e brezze marine, che hanno accompagnato tutto il periodo fino alla vendemmia, assieme ad una buona escursione termica tra giorno e notte, hanno permesso di mantenere un’elevata acidità e di ottenere una perfetta maturità delle pirazine e delle altre molecole aromatiche del Merlot”. Nel bicchiere, Baffonero 2018 si presenta di un rosso rubino impenetrabile e con un ampio bagaglio di aromi: frutti neri, in particolare mora e mirtillo, affiancati da note balsamiche di eucalipto e di tabacco, con lievi accenni di caffè. In bocca è elegante, rivelando tannini setosi, e piacevole, grazie ad una spiccata acidità, con un finale particolarmente persistente”.

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